Dietro le quinte di un’estate del Milan piena di incognite: due attaccanti all’uscita e il delicato compito di bilanciare le mosse.
Milan è al crocevia di decisioni cruciali. Ante Rebic e Divock Origi, due pedine importanti nel tabellone rossonero, sembrano destinati a un futuro lontano dal club. Diverse ragioni li hanno posti ai margini dei piani di Stefano Pioli: una convivenza difficoltosa con l’allenatore nel caso di Rebic, e delle prestazioni insoddisfacenti per Origi. Come farà il Milan a gestire questi due “grattacapi”?
Le tensioni tra Pioli e Rebic sembrano ormai insanabili. Di conseguenza, la ricerca di un’uscita per l’attaccante croato è diventata prioritaria. A questo scopo, Giorgio Furlani conta sul super-agente Fali Ramadani per trovare una soluzione adeguata. Besiktas e Fenerbahce hanno mostrato un certo interesse, ma nessuna offerta concreta è ancora stata presentata. Il Milan, con un ingaggio di 3,5 milioni di euro a stagione sulle spalle di Rebic, è disposto a considerare proposte inferiori alla valutazione iniziale di 10 milioni di euro.
Le complessità della situazione Origi
La questione Origi è diversa. Il giocatore, dopo una stagione deludente, sembra intenzionato a rimanere per riscattarsi. Tuttavia, il Milan non sembra disposto a condividere la stessa fiducia nel belga. Ciò rischia di creare un’impasse, considerando il contratto lungo di Origi e il suo ingaggio di 4,5 milioni di euro. Il Crystal Palace ha mostrato interesse, ma non ha ancora formalizzato un’offerta. Il Besiktas, invece, preferisce attendere prima di fare un passo.
Per Furlani e Moncada, questa estate non presenta solo delle sfide per le nuove acquisizioni, ma anche per la gestione di un mercato in uscita complesso e intricato. Di certo, sarà interessante vedere come il Milan affronterà le incertezze riguardanti Rebic e Origi nelle prossime settimane.
